100 anni, separano Covid-19 dalla “Spagnola”, la tragica pandemia influenzale che nel 1918-19 causò almeno 50 milioni di morti.
Le strade deserte di Sassari durante la questa pandemia, le scuole e le chiese chiuse, la soppressione delle cerimonie religiose evocano il tempo della Spagnola.
Allora però non c’era il lockdown: misure di isolamento e forme di quarantena furono adottate solo nei campi e negli ospedali militari, dove vigeva la disciplina di guerra.
I quotidiani, compresi la Nuova Sardegna e l’Unione Sarda, diffondevano, come accade oggi, le misure adottate dai sindaci e dai prefetti, sulla base delle circolari del ministro dell'Interno.
La parola “Spagnola” era censurata: tutti i documenti ufficiali parlano di Influenza o di “breve malattia”.
Di quei terribili mesi restano i documenti ufficiali: le ordinanze di sindaci e prefetti, qualche necrologio (dove il termine “spagnola” proibito dalla censura non compare mai), qualche pubblicità di “rimedi” contro la Spagnola.
La “Storia orale” però, trasmessa nelle famiglie, ci ha fatto arrivare l’orrore della malattia che si portava via giovani e ragazze nel fiore dell’età, ma anche bambini.
Immagini e documenti della Spagnola, così come di altre più lontane epidemie, consentono di tracciare una linea di continuità tra passato e presente.